Il tartufo bianco rischia di sparire
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Il tartufo bianco rischia di sparire ASCOLI — Senza un'adeguata iniziativa di tutela dell'ambiente, razionalizzando le colture nelle aree montane ed evitando l'indiscriminato abbattimento delle piante, il pregiato tartufo bianco dei Sibillini è a forte rischio. Il monito è stato lanciato da Alberto Mandozzi, responsabile della sezione Sibillini dell'Associazione Tartufai dell'Appenino Marchigiano nel corso del convegno «Ape, un progetto per i tesori della montagna. Tipicità e qualità dei prodotti delle aree protette» svoltosi ad Amandola e al quale hanno partecipato Aldo Cosentino, direttore generale del ministero dell'Ambiente, Fabio Renzi di Legambiente, l'Assessore regionale all'Agricoltura Luciano Agostini, il presidente della Comunità Montana dei Sibillini Domenico Ciaffaroni. Tutti hanno concordato sulla necessità d'una forte azione di tutela e valorizzazione nei confronti di questa risorsa fino a qualche anno fa sconosciuta perché gran parte dei tartufi raccolti prendevano la strada delle più importanti manifestazioni nazionali sul tartufo bianco. Mandozzi ha esortato a evitare il costante restringimento della zona del tartufo; Fabio Renzi ha parlato del progetto «Appennino Parco d'Europa», che offre agli Enti Locali un'opportunità eccezionale per il finanziamento dei programmi di valorizzazione delle tipicità, salvaguardia delle biodiversità, realizzazione di itinerari culturali e ambientali. Cosentino, direttore generale del Ministero dell'Ambiente, ha sottolineato l'importanza di un'azione coordinata degli Enti Locali, e ha annunciato la prossima pubblicaziondi un «Atlante dei Sapori d'Italia», in collaborazione con Legambiente e Slow Food, che darà spazio al Tartufo Pregiato dei Sibillini, alla Mela Rosa e al Pecorino, già inseriti da Slow Food nell'Arca dei Presidi.
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