Abusi su tre sorelle, indiani alla sbarra
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Rito abbreviato il 9 ottobre. Il caso che risale alla primavera dello scorso annoha scosso la comunità di Amandola
Il Gip ha accolto la richiesta dei difensori. A tre indagati sono stati concessi i domiciliari
AMANDOLA – Sono comparsi ieri davanti al gip del Tribunale di Ascoli quattro degli otto indiani indagati dalla procura ascolana per aver violentato la più grande di tre sorelle minorenni di Amandola, vittime di un giro di pedofilia che ha coinvolto complessivamente 12 persone. In un primo tempo gli indiani erano sette, oggi invece si è appreso che ve c’è un ottavo, indagato tuttora latitante. La sua posizione processuale è stata stralciata, mentre tre indiani hanno chiesto e ottenuto di essere processati con rito abbreviato il prossimo 9 ottobre. Il gip Alessandra Panichi ha quindi concesso loro gli arresti domiciliari. I tre erano rinchiusi in carcere dal settembre scorso, insieme ad altri quattro connazionali per i quali l’udienza preliminare è in programma oggi. Anche loro chiederanno probabilmente il rito abbreviato, così come hanno già fatto nelle settimane scorse un anziano di Amandola e un albanese, che verranno processati a ottobre. Per le violenze ai danni delle tre sorelline (da un anno e mezzo allontanate dalla famiglia) è stato già condannato a otto anni e otto mesi di reclusione uno zio paterno. La squallida vicenda che li ha coinvolti risale alla primavera dello scorso anno quando i carabinieri del Reparto Operativo di Ascoli, in collaborazione con i colleghi delle stazioni di Amandola e Montegiorgio, avviarono le indagini per individuare alcune persone resisi responsabili di abusi sessuali nei confronti di tre ragazzine minorenni. Inizialmente finirono in manette un sessantanovenne di Comunanza, accusato di aver abusato delle minorenni e di averle spinte a prostituirsi, ed un quarantatreenne di nazionalità slava, zio fraterno delle ragazzine, nei confronti del quali gravavano gli stessi reati. Nel paese circolavano voci inquietanti sul conto della vita privata delle tre sorelline macedoni per cui con molta discrezione i carabinieri avviarono le prime indagini. Una marescialla della compagnia di San Benedetto del Tronto, presentandosi con il ruolo istituzionale che ricopriva, riuscì ad entrare in confidenza con le sorelline che pian piano rivelarono ogni retroscena. Come detto, furono subito arrestati lo zio paterno ed un anziano che quasi tutte le sere le passava a prendere a casa e le portava in giro abusando di loro. Successivamente, poi, si registrò un ulteriore colpo di scena: anche otto uomini di nazionalità indiana – uno, come detto è ancora latitante – avevano abusato delle ragazzine. La più grande di 16 anni si era fidanzata con uno degli indiani che approfittando del fatto che si era innamorata di lui si lasciava condizionare a tal punto che accettava di prostituirsi con gli altri connazionali. I sette vennero tratti in arresto con l’accusa di abusi sessuali nei confronti di minorenni.
SANDRO CONTI ,
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